AVIS: 5 MINUTI PER CONOSCERE LE AFERESI BREVE STORIA DELLA DONAZIONE I PRIMORDI
Il tentativo del medico di
travasare il sangue di un essere vivente in un altro cioè di trasfondere
è cosa già di alcuni secoli, ma i risultati sono stati a lungo estremamente
scoraggianti. Solo allinizio di questo secolo in seguito alla scoperta dei gruppi sanguigni A, B, O, AB e successivamente dellRh e degli altri antigeni dei globuli rossi, si è potuto finalmente effettuare le trasfusioni in maniera sempre più sicura ed efficace. Fino alla prima guerra mondiale le trasfusioni avvenivano direttamente collegando il braccio del donatore a quello del ricevente (questa pratica è rimasta in uso fino ad alcuni decenni fa ed i più vecchi fra i donatori lo ricordano non senza una punta di pionieristico orgoglio). Linvenzione delle soluzioni anticoagulanti-conservanti del sangue umano e le continue migliorie ad esse apportate, hanno permesso di immagazzinare il sangue raccolto e trasfonderlo in luoghi e tempi anche lontani dalla raccolta. Nacquero così le banche del sangue ed i Centri Trasfusionali: è del 1923 la fondazione del primo centro trasfusionale in Francia. Nello stesso periodo nacquero e si organizzarono anche le associazioni di donatori di sangue (la fondazione dellA.V.I.S. avvenne nel 1927) con lintento di: - propagandare la solidarietà umana espressa con la donazione anonima e gratuita del sangue; - creare una schiera di soggetti tipizzati e reperibili in maniera da avere disponibile il donatore giusto al momento giusto. Con il miglioramento delle tecniche di prelievo e di conservazione del sangue la trasfusione si va sempre più specializzando. MIGLIORANO LE TECNICHE
TRASFUSIONALI
Lavvento delle sacche di plastica multiple ha reso possibile il frazionamento del sangue nei suoi singoli componenti non solo nei Centri maggiori, ma, fatto rivoluzionario, in tutte le strutture trasfusionali, anche in quelle più modeste, purché dotate di una semplice centrifuga refrigerata. Si è così rarefatto fino quasi a scomparire luso del sangue intero e si è affermata la trasfusione mirata del singolo emocomponente. Che cosa si ottiene da una sacca di sangue donato? Ad ogni donazione vengono
prelevati 450 ml +/- 10% e da una sacca così ottenuta si può ricavare, mediante semplice
centrifugazione: - un concentrato di globuli rossi (detti anche emazie) di circa 180 ml; - un concentrato di piastrine di circa 20-40 ml contenente 60 miliardi di trombocidi; - una sacca di plasma di circa 180-240 ml. Pertanto il paziente che necessita solamente di globuli rossi riceverà emazie; quello che ha bisogno di piastrine riceverà solamente queste; quello a cui mancano solamente le sostanze contenute nel plasma riceverà plasma o singole parti di esso. Ma in quali casi si trasfondono i singoli emonocomponenti? - Globuli rossi concentrati vengono usati quando è necessario ripristinare la capacità di trasportare lossigeno dai polmoni ai tessuti. Questo obiettivo si raggiunge con le sole emazie concentrate anziché con il sangue intero riducendo così i rischi di sovraccarico circolatorio del paziente. Trasfondendo emazie concentrate posso somministrare al paziente tre unità di globuli rossi (ciascuna di 180 ml) caricando il suo cuore dello sforzo di far circolare il volume di una sola sacca (180 x 3 =540). Se usassi sangue intero, per ottenere lo stesso effetto dovrei trasfondere 1350 ml (450 x 3 =1350) di sangue intero. - Le piastrine o trombociti si trasfondono quando il paziente si trova ad avere un numero di piastrine così basso da essere a rischio di emorragia. - Più complessa è la trasfusione del plasma che contiene un gran numero di proteine, ognuna delle quali con una propria funzione. Esso veniva in passato usato
per compensare la perdita di volume plasmatico in seguito ad emorragie, stati di shock,
ustioni o per compensare la carenza di fattori coagulanti (emofilie, ecc.). SI AFFERMANO LE AFERESI
CHE COSE LAFERESI? Per aferesi si intende un
procedimento mediante il quale si preleva dal circolo sanguigno del donatore il sangue,
che viene frazionato nei suoi componenti. Vengono cosi trattenuti e convogliati in una
sacca di raccolta gli elementi di cui si necessita mentre si reinfondono al donatore tutti
gli altri. Questa procedura avviene con lausilio di una macchina computerizzata detta separatore cellulare. Mediante questa tecnica si possono prelevare separatamente: i globuli rossi: eritrocitoaferesi; i globuli bianchi: leucoaferesi; le piastrine: piastrinoaferesi; il plasma: plasmaferesi. PERCHE LAFERESI? Lavvento delle sacche
in plastica multiple e la conseguente possibilità di frazionare su vasta scala il sangue
potrebbe indurre a ritenere completamente soddisfatte le esigenze terapeutiche che
richiedono emocomponenti. Se così è, perché allora laferesi? Quali vantaggi presenta? Del problema delle emazie abbiamo già parlato per cui ci focalizzeremo su piastrine, plasma e plasmaderivati. Le piastrine sono dei corpuscoli che intervengono nel processo di arresto delle emorragie e di riparazione delle lesioni dei vasi sanguigni. Il loro numero nel sangue è normalmente compreso fra 150.000 e 400.000 per mmc di sangue. (vedi. 5 minuti per conoscere il nostro sangue già distribuito dallA.V.I.S.). Quando il loro numero scende al di sotto del livello minimo in grado di garantire una adeguata emostasi (circa 20.000 piastrine) bisogna intervenire con la trasfusione di piastrine. Per ottenere un risultato soddisfacente è necessario trasfondere un certo numero di concentrati piastrinici da singola sacca. Questo fatto determina tre inconvenienti: il primo è che sono necessari molti donatori per ottenere un minimo risultato e comunque di ogni una di queste donazioni restano spesso non utilizzati i globuli rossi ed il plasma; il secondo è che il paziente entrando in contatto con gli antigeni di più donatori contemporaneamente ha maggiori probabilità di immunizzarsi e di diventare refrattario ad ulteriori trasfusioni; il terzo è che aumentando il numero dei donatori aumenta il rischio di esposizione ad agenti infettivi. Dicevamo innanzi che un concentrato piastrinico da un singolo donatore mediante aferesi avrò a disposizione da 180 a 350 miliardi di piastrine a seconda della metodica usata (una quantità equivalente a quello che ottengo da 3-6 donazioni ordinarie e senza rimanenze di globuli rossi). Cè un ulteriore vantaggio nella piastriaferesi: fra due donazioni di piastrine sono sufficienti 2 mesi mentre fra due donazioni tradizionali devono passare dai 3 ai 6 mesi a seconda del donatore. Il numero di donatori nel territorio nazionale e la loro disponibilità hanno portato allautosufficienza per quanto riguarda le piastrine. Il plasma è un insieme di proteine che vanno dall albumina, ai fattori della coagulazione, alle proteine che intervengono nello sviluppo dellimmunità, agli ormoni, alle vitamine, ai sali e così via. Nei Centri trasfusionali il plasma viene conservato congelato a 40 C° e, una volta scongelato viene usato in varie patologie. Il più delle volte però vengono usate le singole frazioni del plasma o plasmaderivati. Infatti con laffinarsi delle terapie sta accadendo per il plasma quello che è già accaduto per il sangue intero: vengono usate solo le frazioni di cui il paziente ha bisogno (se ci sono problemi della coagulazione al paziente non serve lalbumina ma i fattori della coagulazione; se manca lalbumina infonderò questultima e non gamma globuline; e via trasfondendo...). Le principali frazioni del plasma usate in terapia sono: lAlbumina: proteina che da sola costituisce circa il 50% del totale delle proteine circolanti. Questa ha molteplici funzioni che vanno dal mantenimento della pressione oncotica, al trasporto di molecole, alla riserva di amminoacidi..... Le Gammaglobuline: frazione delle proteine plasmatiche composte per la maggior parte da anticorpi; Le Gammaglobuline specifiche: frazioni delle gammaglobuline ottenute da sieri iperimmuni costituite da anticorpi diretti contro un particolare agente patologico (virus, batteri o tossine). Fra queste ricordiamo lantitossina tetanica, lanti pertosse, lanti virus della rosolia, lanti virus dellepatite, ecc.; I fattori della coagulazione: frazioni proteiche del plasma che intervengono nei processi di formazione e stabilizzazione del coagulo (sono note a tutti le globuline antiemofiliche cioè VIII, il IX e lantitrombina III).
Perché esiste una legge dedicata allargomento autosufficienza di plasmaderivati? La Comunità Europea,
mediante la direttiva 381 del 1989 invitava gli Stati Membri a mettere in atto tutte le
misure atte a promuovere nel più breve tempo possibile lauto-sufficienza in sangue
umano. Invitava altresì a perseguire tale obiettivo incoraggiando la donazione volontaria
e gratuita. La Legge 107/90 con i suoi decreti applicativi ed il piano sangue conseguente, si propone il medesimo obiettivo, da raggiungere coinvolgendo attivamente le Associazioni dei donatori. Lart. 5 (compiti dei serv trasf.) comma 2 punto d, recita: ...praticare le procedure aferetiche necessarie, compresa la plasmaferesi produttiva. Lautosufficienza è una, è la prima di queste necessità! Ma che cosè lautosufficienza di sangue umano ed emocomponenti? E la capacità di
raccogliere e lavorare la quantità di sangue che serve ad ottenere tutti i prodotti
necessari per il corretto uso clinico trasfusionale. Da questo consegue che se raccogliamo
una quantità di sangue insufficiente al nostro fabbisogno reale non raggiungiamo il
nostro obiettivo. Parimenti se raccogliamo una quantità di sangue maggiore del necessario
ma non lo lavoriamo, non lo frazioniamo, non raggiungeremo lo scopo che ci siamo preposti. Il raggiungimento dellobiettivo è attuabile con laumento delle donazioni, con la loro specializzazione e mettendo in atto tutte quelle misure che portino ad un uso corretto di una risorsa limitata e quindi preziosa come il sangue umano, evitando tutte le forme di spreco. Ma perché è cosi importante raggiungere lautosufficienza? - Perché deve essere la comunità intera che si fa carico di soddisfare i suoi bisogni; - Perché la parte sana della comunità si deve occupare della parte malata e delle sue necessità; - Perché abbiamo una tradizione associativa e di dono volontario e gratuito del sangue ed una legislazione fra le migliori al mondo nel garantire la sicurezza trasfusionale; - Perché è una
necessità logistica da soddisfare affinché non si verifichino le carenze di emoderivati
che si sono registrate negli anni addietro dal momento che gli Stati produttori soddisfano
prima le loro necessità e poi inviano allestero gli esuberi; - Perché limperativo
di civiltà della Comunità Europea è quello di prevenire tutti i possibili sfruttamenti
delluomo su base commerciale. FABBISOGNO
REGIONALE, NAZIONALE E PARAMETRI EUROPEI Abbiamo definito cosè
lautosufficienza e perché va perseguita, ma... quantè
lautosufficienza? Secondo parametri messi a
punto dalla Comunità Europea, un paese con un sistema sanitario sviluppato necessita per
ogni 1000 abitanti di 40-50 unità di sangue intero; di 2 litri di plasma fresco congelato
per uso clinico; di 10 litri di plasma da frazionare; di 250 grammi di albumina; di 1900
U.I. di fattore VIII. Posto quindi che in Italia
ci sono 57 milioni di abitanti, si può calcolare il fabbisogno di sangue intero in
2.250.000 unità, il fabbisogno di plasma fresco in 100.000 litri ed in 800.000 litri il
fabbisogno di plasma per il frazionamento. Il sangue donato ammonta ad oltre 2 milioni di
unità si vede che su scala nazionale, abbiamo pressoché raggiunto lautosufficienza
per quanto riguarda il sangue intero. Per il plasma il fabbisogno è coperto solo per un
30% o, se si preferisce, la nostra dipendenza dallestero è del 70%. Le uniche regioni
autosufficienti anche per plasma sono il Trentino Alto Adige e la Valle DAosta,
mentre Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Veneto coprono il 70%
del loro fabbisogno. La nostra Regione che conta
circa 4.5 milioni di abitanti, ha un fabbisogno di plasma stimato in 50-60.000 litri, per
una quantità di albumina pari a 1.100-1.300 Kg (110.000-130.000
flaconi di albumina al 20% dea 50 ml). Per ottenere questo plasma
la vie possibili sono 2: la prima è il frazionamento del sangue intero prelevato in sacca
multipla in unità di globuli rossi e plasma; la seconda è la plasmaferesi produttiva. Nella nostra regione, grazie
alla generosità dei donatori e allapporto delle associazioni di donatori si è
ampiamente soddisfatto il fabbisogno di globuli rossi tanto che attualmente circa un
quinto (il 20%) delle emazie raccolte viene inviato in altre regioni italiane per
contribuire alla autosufficienza nazionale. Per raggiungere lautosufficienza
di plasma non è quindi pensabile aumentare le donazioni di sangue intero in quanto ci
troveremmo un enorme esubero di emazie valutabile nellordine delle 100.000 unità.
Non resta che la plasmaferesi produttiva.
Una plasmaferesi permette di
raccogliere 500 ml di plasma contro i 200 che si ottengono per il frazionamento di una
unità di sangue intero da 450 ml +/- 10%. FINALITA
DELLA PLASMAFERESI La plasmaferesi trova due
principali applicazioni: una curativa laltra produttiva. La
plasmaferesi terapeutica è un presidio basilare nella cura di alcune
malattie quali quelle autoimmuni, alcuni avvelenamenti, comunque tutte quelle circostanze
nelle quali sia necessario asportare rapidamente del sangue circolante, sostanze dannose
allorganismo e disciolte nel plasma. La
plasmaferesi produttiva viene praticata con lo scopo di raccogliere
il solo plasma. Questa raccolta è
finalizzata ad avere in discrete quantità lemocomponente plasma che può poi essere
impiegato in toto oppure lavorato e frazionato per ricavarne i singoli
componenti utilizzati in svariate terapie. La lavorazione del plasma ed
il suo funzionamento, che non può essere effettuato nei Servizi Trasfusionali, viene
delegato ad industrie convenzionate con la Regione. Queste restituiscono alle U.L.S.S., i
plasmaderivati ricevendo il compenso per la sola lavorazione visto che il sangue resta di
proprietà della Regione. METODICHE
DI AFERESI I separatori cellulari più
moderni utilizzati per la plasmaferesi sono delle macchine sulle quali vengono montati dei
circuiti monouso, cioè dei sistemi assolutamente chiusi, dove viene fatto passare il
sangue. Il sangue affluisce al sistema attraverso un ago posto in vena al donatore ed il
plasma viene raccolto in una sacca posta allaltra estremità del sistema. La via di
prelievo-reinfusione è quindi lunica. Diversi sono invece i
principi utilizzati nei sistemi di separazione: la filtrazione, la centrifugazione, ed una combinazione di
centrifugazione e filtrazione. Vediamo un pò più in
dettaglio queste tecniche: la
filtrazione: il
sangue intero prelevato dal donatore viene fatto fluire in un modulo filtrante di membrane
microporose che possono essere attraversate dalle molecole proteiche plasmatiche ma non
dalle cellule; la
centrifugazione: il
sangue intero prelevato dal donatore viene fatto fluire in un sistema di centrifugazione
dove viene sottoposto ad un campo gravitazionale che, accelerando il processo di
sedimentazione, permette di separare in breve tempo le cellule fra loro e queste dal
plasma; il plasma o il concentrato piastrinico vengono raccolti in una sacca satellite, il
resto del sangue viene reinfuso. la
combinazione di filtrazione e centrifugazione: il sangue fluisce in un cilindro
ermeticamente sigillato contenente una membrana in policarbonato con pori di pochi micron.
Per effetto di un campo magnetico il cilindro ruota alla velocità sufficiente a separare
i vari costituenti del sangue. In questo modo la rotazione allontana le cellule dalla
membrana impedendo la saturazione del filtro e la attivazione delle cellule. La soluzione
contenente le cellule viene poi fatta fluire in un serbatoio, mentre il plasma (povero o
ricco di piastrine a seconda della procedura) va ad una sacca di raccolta. Quando il serbatoio delle
cellule è pieno la procedura si arresta e queste vengono reinfuse. Il ciclo si ripete
fino ad ottenere una raccolta media di 500 ml di plasma. Il volume di extracorporea (la
quantità di sangue che si trova fuori dallorganismo) è di 200 ml. Se si effettua una
piastrinoaferesi il plasma ricco di piastrine viene poi ulteriormente frazionato in plasma
e concentrato piastrinico. CHI
PUO FARE LA DONAZIONE MEDIANTE DI AFERESI? CRITERI
DI IDONEITA DEL DONATORE DI PIASTRINE Per la donazione di piastrine mediante
emaferesi sono richiesti gli stessi requisiti necessari per lidoneità alla
donazione di sangue intero con laggiunta di un normale assetto emocoagulativo
(numero delle piastrine, del PTT e del PT). Sono esclusi dalle donazioni
di piastrine i donatori che siano affetti da sindromi emorragiche, ipertensione, diabete,
patologia emorragica gastrointestinale e coloro che abbiano assunto nei 5 giorni
precedenti la donazione farmaci ad azione antiaggregante piastrinica (consultare il medico
trasfusionista prima della donazione). Il numero delle piastrine
del donatore non deve essere inferiore a 150.000 per mmc di sangue. MODALITA
DI DONAZIONE DI PIASTRINE MEDIANTE EMAFERESI - Il prelievo deve essere di
350 miliardi di piastrine per ogni concentrato - il numero massimo di piastrino-aferesi - lintervallo minimo
fra una piastrino-aferesi ed una donazione di sangue intero deve essere di quattordici
giorni, mentre quello fra una donazione di sangue intero e una piastrino-aferesi deve essere di un mese, anche se in casi
particolari il medico trasfusionista può modificare tali limiti. CRITERI DI IDONEITA
DEL DONATORE DI PLASMA
Per le plasmaferesi
occasionali attuate con intervalli superiori ai 90 giorni lidoneità viene valutata
con gli stessi criteri adottati per la donazione del sangue intero. Per il donatore inserito in
un programma di plasmaferesi continuativa le caratteristiche di idoneità devono essere le
seguenti: - età compresa fra i18 ed i
55 anni; - idoneità alla donazione
di sangue fatta eccezione per lemoglobinemia; - ematocrito percentuale
inferiore a 45%; - proteine totali >di 6
grammi % e quadro elettroforetico non alterato; - i microcitemici possono
essere inseriti nei programmi di plasmaferesi se clinicamente idonei; - i valori di emoglobina non
possono essere inferiori a 11.5 gr % ml nella donna e a 12.5 nei maschi; i donatori di
sangue sospesi per valori di emoglobina superiori a questi ma insufficienti per la
donazione di sangue o comunque sospesi per livelli bassi di sideremia possono effettuare
la donazione di plasma. MODALITA
DI DONAZIONE DEL PLASMA Con procedura automatizzata: - prelievo massimo per
seduta di 650 ml, di 1.5 litri al mese, di 10 litri allanno; - intervallo minimo
consentito tra due donazioni di plasma e tra una donazione di plasma e una di sangue
intero o citoaferesi deve essere di almeno quattordici giorni mentre quello tra una
donazione di sangue intero o citoaferesi e una di plasma deve essere di almeno un mese; - una donazione di plasma
richiede circa 30 minuti. Per completezza riportiamo
anche i criteri relativi alla donazione di leucociti (globuli bianchi) anche se questa
viene praticata abbastanza raramente: - gli stessi criteri che per
la donazione di piastrine con particolare attenzione ai globuli bianchi del donatore che
devono essere maggiori di 6.000 per mmc di sangue. Vengono prelevati circa 10 miliardi di
leucociti. Si possono effettuare fino a
sei donazioni allanno, se però il donatore viene sottoposto a premedicazione con
steroidi il numero scende a quattro.
CONCLUSIONI
La donazione è andata via
via modificandosi per adattarsi alle moderne esigenze terapeutiche. La donazione di singole
componenti del sangue diventa una scelta sempre più obbligata e la plasmaferesi e la
piastrinoaferesi si sono rese necessarie per il raggiungimento degli obiettivi propri di
una sanità moderna: sicurezza, efficienza ed efficacia. La prossima tappa sarà la
donazione dei soli globuli rossi mediante eritrocitoaferesi. E siamo già avanti anche su
questa via. Comunque
sia, limportante è essere disponibili alla donazione. |